Quest’anno la prof di matematica aveva detto che la seconda media avrebbe spiegato tre giochi matematici alla quarta e alla quinta: la Boca, Set e Polyminix. Erano tutti e tre giochi che già conoscevo, dato che delle professoresse esterne erano venute, l’anno scorso, a spiegarceli. Inoltre io e Maria, mia sorella, li abbiamo comprati per poterci giocare tutte le volte che vogliamo a casa.
La Boca è un gioco a cui possono giocare al massimo due giocatori; bisogna costruire edifici tramite dei blocchi in legno colorati e delle carte con indicazioni precise.
Set è un gioco dove devi disporre le carte sul tavolo e trovare tre carte con le caratteristiche tutte uguali o tutte diverse. Le caratteristiche sono: colore, numero, forma e riempimento.
Polyminix, invece, è un gioco dove devi formare delle figure utilizzando pezzi (polimini) seguendo le indicazioni fornite dalle carte.
Quando la prof ha detto che sarei stato io a dover spiegare i giochi ai ragazzi di quarta e di quinta, ho pensato quasi che fosse uno scherzo. Quando mi sono ritrovato dietro la cattedra del gabinetto scientifico, con gli alunni della quarta, ero completamente zuppo di sudore, perché non sapevo cosa fare o cosa dire, allora ho pensato e sono stato due minuti in silenzio.
In quei due minuti ho pensato a cosa dire.
Quando la lezione è finita io ero poco soddisfatto di quello che avevo detto.
La seconda volta, coi ragazzi di quinta, mi sentivo leggermente più sicuro della volta precedente, ma ero comunque molto agitato. Sono tornato a casa e ho detto a mia madre che avrei potuto spiegare molto meglio e che le classi non avevano capito i giochi.
Dopo un paio di settimane mia madre è andata a un colloquio con la prof di matematica.
Quando sono tornato a casa, mamma mi ha raccontato di quello che le aveva detto la professoressa su di me. In particolare mi ha detto che secondo la prof io mi ero fatto capire quanto le professoresse dello scorso anno ed ero stato bravo perché non avevo avuto tempo di prepararmi.
Dopo questo discorso sono diventato l’uomo più felice del mondo.
In conclusione, mi sono molto divertito a spiegare questi giochi ai ragazzi di quarta e quinta, e ora sono soddisfatto di ciò che ho detto e so che devo essere un po’ meno severo con me stesso.
Antonio Meloni – Studente dell’Istituto Gianelli