La corte a Giove

[Un racconto di fantasia a tema astronomico apparso sul giornalino scolastico Il Ficcanaso, realizzato dagli alunni della scuola media del Gianelli, coordinati dalla prof.ssa Barbara Onofri].

 

Marte, tanto tempo fa, amava Giove. Lo guardava sempre quando Giove si girava per compiere il suo ciclo. Diventava sempre più rosso fino a che l’innamoramento arrivò a livelli tali che restò sempre rosso per tutta la vita. La terra, che non si faceva mai i fatti suoi, lo disse a Giove che, dalla felicità, si riempì di una gioia infinita e diventò enorme, tre volte la terra. Erano molto lontani e potevano comunicare solo con delle stelle cadenti. Mille anni dopo, per loro niente, Venere, (non il riso) si innamorò di Giove. Lui, a differenza di Mercurio, era più vicino a Giove e non aveva necessità di un binocolo per guardarla. Venere non diventò rosso come Marte ma alcuni suoi cerchi diventarono arancione. I Due decisero che avrebbero inviato alcune proprie molecole a sfidarsi per capire quale pianeta fosse il più resistente. Come premio c’era il fidanzamento con Giove.

Le molecole di Marte erano favorite perché si trovavano in un pianeta con un’atmosfera composta dal 95% di anidride carbonica per avere ottimi muscoli, dal 1,6% di Aragon per i grassi di riserva, dal 2,6% di azoto per aiutare il cervello ad avere delle idee vincenti velocemente e dallo 0,013% di ossigeno per poter dire di averlo. Lo scontro sarebbe avvenuto alla fine del 2012. Tutto era pronto in entrambi i pianeti e, quando si stava per lanciare una molecola da Marte, arrivò dall’alto un paracadute, era Curiosity, un robot della NASA. Per le molecole di Marte era un attacco dall’alto e andarono a rifugiarsi nelle loro piccole abitazioni senza lanciare le loro molecole. Venere vinse a tavolino e Giove stette per tutta la vita con lui. Marte restò per sempre rosso perché arrabbiato.